Due dipendenti su tre hanno contratti a termine. «Così è a rischio anche la qualità del servizio» Il presidente: hanno ragione, bisogna trovare una soluzione. Protesta dei lavoratori delle ambulanze contro precariato, arretrati non versati da 5 anni e blocco delle assunzioni.
Arretrati del 2001 non ancora pagati. Assunzioni bloccate dal 1999. Un contratto scaduto da 28 mesi. E una percentuale di precari che supera il 60 per cento. Per questo i lavoratori della Croce rossa occupano da ieri la sede milanese dell’ente, in via Massena. Una mobilitazione che non ha avuto ripercussione sulle ambulanze: «I lavoratori della Cri di Milano continuano responsabilmente ad erogare i servizi alla cittadinanza - spiega la nota dei sindacati - ma sono all’esasperazione».
Elenco delle lamentele: «Ai dipendenti a tempo indeterminato non vengono corrisposti da anni gli aumenti di salario per i passaggi di livello»; turni che, a causa delle carenze di organico, «limitano le condizioni di vita con la difficoltà di usufruire di ferie, permessi e recuperi».
E poi c’è il tema dei precari. A Milano e provincia sono circa 240, contro i cento lavoratori assunti con contratto definitivo. A livello nazionale la percentuale di precari è inferiore, si aggira sul 50 per cento. «È un tema fondamentale per garantire la qualità del servizio - spiegano i sindacati - Su un lavoratore precario l’ente ha scarso interesse ad investire in formazione. Oppure capita che un precario, in anni e anni di lavoro, acquisisca comunque una grande esperienza, che poi però va persa perché la Croce rossa non può assicurargli un ruolo stabile e il lavoratore cerca un altro impiego».
La Croce rossa provinciale ha 34 ambulanze in convenzione con il 118, più altre impegnate in servizi diversi. Poi c’è la gestione del Centro di permanenza temporanea di via Corelli e la collaborazione con i servizi sociali dei Comuni. Quella di ieri è stata una mobilitazione nazionale. «Bisogna riconoscere che i lavoratori hanno pienamente ragione in questa vertenza - spiega Alberto Bruno, presidente provinciale e consigliere nazionale della Croce rossa - le pendenze contrattuali risalgono al 2001, la rivendicazione è ineccepibile. E anche sul nodo del precariato: per anni non c’è stata alcuna revisione degli organici in relazione ai reali bisogni. A Milano abbiamo preferito accettare comunque le convenzioni ricorrendo ai contratti a termine, ma senza dubbio la situazione dovrà trovare uno sbocco».
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