Il Carnevale a tempo determinato
Michela Chimenti
Carta, 2 maggio 2006
Quanto dev'essere lungo un fischio per spostare una persona (e guardie del corpo annesse) fuori da un corteo? Fra 15 e 20 minuti, approssimativamente. Tanto almeno ha camminato Letizia Moratti ieri per le vie di Milano prima che gli altri manifestanti (non anarchici, non 'no global', ma bensì quelli del gruppo ReteScuole) riuscissero a farla andare altrove. Lontana da quelle basse provocazioni e da quel Primo Maggio che, come ha ribadito anche il candidato sindaco di Milano Ferrante, "non è fatto per i padroni, per i datori di lavoro".
Ed è stato proprio così. Soprattutto ieri pomeriggio, durante la Mayday Parade 2006. Anche quest'anno il Carnevale "a tempo determinato" ha riunito migliaia di persone da tutt'Italia per manifestare, tra un canto e un ballo, contro la precarietà del lavoro, della fine del mese, della vita stessa. Un po' meno precario è stato invece il fisico: ogni carro, rappresentante una categoria lavorativa differente, ha saputo rappresentare la propria condizione con ironia e simpatia, senza abbattersi insomma, almeno per un giorno.
L'album delle figurine degli Imbattibili 2005 ("supereorici e supereroiche per resistere la precarietà"), fra i quali anche San Precario e Serpica Naro, quest'anno è stato sostituiti da kit di sopravvivenza: caramelline di zucchero colorato per far piacere l'omossesualità ai tuoi colleghi, il gioco della precariOca ("casella numero 1: la firma, prima giorno di contratto e forse anche l'ultimo"), la Lotteria MayDay "perchè la precarietà trasforma la nostra esistenza in una lotteria, fatta di continui -ritenta sarai più fortunato-", e profilattici "per quando abbiamo ancora un po' di energie dopo 12 ore di lavoro" (è stato assicurato che almeno i condom non sono precari).
Ma il clou della MayDay è stata la ruota della fortuna: con tanto di sigla da quiz televisivo. L'improvvisato presentatore richiamava così le folle: "Precari! Venghino, venghino! Hai più probabilità di vincere al Superenalotto che trovare un posto all'asilo per tuo figlio? Vieni a giocare con noi!". Il precario di turno, salito sul carro, deve scegliere fra tre possibilità l'opzione (spesso tristemente) giusta, aiutato anche dall'aiuto del "pubblico". Giocare e scherzare sulle proprie disgrazie, almeno quando non si è soli, è sempre un buon metodo per non crollare ma anzi, andare avanti. Ed è proprio questo il segreto della MayDay e ciò che ne ha fatto un successo: diffondere informazioni e fare critica utilizzando una comunicazione viva, attiva, brillante.
Dai ragazzi di Locri alle strade di Torino, dall'Euro MayDay di Milano alle piazze di Los Angeles, New York e Parigi, il primo maggio 2006 è stato un irrefrenabile grido d'aiuto. Diritti a chi ha contratti ad ore, diritti agli sfruttati, diritto a lottare contro la mafia, diritto a lottare contro ciò che non funziona.
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