22.2.06

Pomigliano, Licenziati 12 militanti sindacali : Italy imc

Il patto scellerato

All’Alfa di Pomigliano un gruppo di operai, militanti sindacali dello Slai Cobas sono stati licenziati, sono 12. Le contestazioni sono una copertura formale ad una sostanza che è chiara a tutti. Nelle assemblee sul contratto i funzionari sindacali di Fim Fiom Uilm, hanno provocato gli operai e questi li hanno contestati duramente. Non solo hanno firmato un contratto da fame, introdotto più flessibilità, volevano anche non far parlare gli operai, impedirne la critica diretta.
La provocazione si è rivolta contro loro stessi. Per decisione della maggioranza degli operai presenti, è stato impedito loro di raccontare le solite fandonie.
Un duro confronto su questioni serie: quanto pane posso mettere in tavola e quante ore devo stare sulla linea a sgobbare. Non è un dibattito sulla par condicio o sul proporzionale in un salotto televisivo, dove, anche se volano insulti e schiaffi davanti a milioni di persone, tutto viene giustificato: è il sale della democrazia.
La Fiat invece interviene immediatamente e pesantemente, i sindacalisti che tanto si sono spesi a sostenere l’introduzione del TMC2, a mantenere bassi i salari, a firmare cassa integrazione e mobilità, non devono essere toccati, devono avere ampia libertà di movimento, essere protetti dalle guardie: nel territorio della fabbrica il padrone è il monarca assoluto e i suoi compiacenti partner sindacali devono poter fare il bello e il cattivo tempo.

La Fiat licenzia gli operai che hanno guidato la protesta, ci immaginiamo che nei rapporti intercorsi tra la Direzione e Fim Fiom Uilm, la prima abbia detto: “ve li togliamo davanti noi questi dei Cobas” e gli altri abbiano risposto, “se lo fate voi niente in contrario”.
Un patto scellerato per ammutolire gli operai, tagliando la testa ai loro più agguerriti sindacalisti di base.
Povero Rinaldini, il “sinistro” che lascia risolvere al padrone Fiat con i licenziamenti, una discussione contrattuale fra i suoi uomini e gli operai.

Quando un gruppo dirigente sindacale ha bisogno della repressione del padrone e dello Stato per far fuori le tendenze sindacali contrarie alle sue scelte, è finito. Dimostra, se ancora ce ne era bisogno, di rappresentare interessi estranei a quelli dei suoi associati, gli operai e di aver assunto, al contrario, quelli di fondo dei padroni e del loro sistema.
Gli operai iscritti alla Fim Fiom Uilm, sanno ora come viene trattato dai loro capi il dissenso.
Dando una lezione al sindacalismo di base dell’Alfa, vogliono aprire una campagna contro il sindacalismo operaio ovunque, ovunque le assemblee sono state agitate, ovunque il nuovo contratto è stato imposto con forza.
Normalizzazione è la loro parola d’ordine, vogliono le fabbriche ripulite da ogni opposizione.
Il Governo può passare da Berlusconi a Prodi, ma gli operai devono lavorare in silenzio e prepararsi a nuovi sacrifici. Ai licenziati dell’Alfa riconosciamo di aver spinto in avanti la rottura tra sindacalisti compromessi e operai, per un nuovo sindacalismo operaio. Per questa ragione siamo al loro fianco e faremo ciò che ci verrà richiesto per sostenerli.
Sulla possibilità di organizzazione del sindacalismo operaio si gioca il futuro degli operai, della difesa dei loro interessi.
Se Pezzotta, Epifani, Angeletti hanno bisogno della Fiat per ridurci al silenzio, noi ci uniremo come operai per buttarli giù dalle loro comode poltrone.
Il braccio di ferro è in atto, ce la vedremo in ogni fabbrica.

Associazione per la Liberazione degli Operai

Per contatti scrivere: Via Falck, 44 20099 Sesto San Giovanni (MI)

http://www.asloperaicontro.org
http://www.operaicontro.it

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