21.2.06

21/2 Cremona: dibattito in consiglio provinciale sul lavoro precario

Mozione del consigliere Attilio Galmozzi (Prc), sulla precarietà del lavoro, approvata a maggioranza dal Consiglio provinciale, nel corso dell'ultima seduta, contrari Forza Italia e An, astensione della Lega Nord.
"La mia riflessione parte dal fatto che in Provincia il 21% è atipico - ha detto Galmozzi, nel presentare la mozione -". Ha chiesto un convegno, un'azione presso l'Upi, un monitoraggio del rispetto dei diritti dei lavoratori nelle imprese appaltatrici, nonché una progressiva riduzione degli atipici in Provincia. L'Assessore al lavoro Manuela Piloni, riconoscendo che il tema è "molto avvertito", ha detto sì al convegno, "non prima di avere dati del centro impiego e del Sies" e ha riferito che "in sede Upi il tema è già uscito, ci sono forti convergenze sul discorso mercato lavoro, ci sono già progetti di legge regionali, tesi a trovare garanzie di tutela maggiori per i lavoratori atipici, occorre capire quali sono le misure per contrastare il fenomeno, rispetto alle richieste della nostra provincia". Sugli appalti locali, Piloni ha aggiunto che "la Provincia ha sempre richiesto la liberatoria alle ditte appaltatrici rispetto alle garanzie contrattuali e previdenziali dei propri lavoratori, adesso c'è lo sportello unico che si preoccupa di garantire questi diritti". Per quanto riguarda l'ultimo punto, "il 13 dicembre 2005 la Giunta ha preso atto del protocollo d'intesa sottoscritto con i sindacati che prende precisi impegni rispetto ai cosiddetti lavoratori atipici della Provincia". I punti qualificanti: "aprire un tavolo provinciale di monitoraggio del lavoro atipico, avviare trattative per la stipula di un accordo che contiene delle norme di tutela specifiche degli atipici e soprattutto di individuare modalità per trasformare maggior numero di contratti atipici in contratti a tempo determinato, la Provincia inoltre si impegna realizzare un piano pluriennale di stabilizzazione forza lavoro con tempi e le modalità stabiliti dalle norme vigenti".
E' quindi intervenuto Gianni Rossoni (Fi): "Nessuno vuole inneggiare alla precarietà, ma questo tema segna una diversità culturale, non si tratta così un tema così importante per i giovani. Anzitutto, la legge Biagi è figlia della Treu, è ha stabilizzato alcune situazioni, tipo i cococo. Il tempo determinato è una garanzia per i giovani verso un traguardo di maggiori certezze, un'occasione per farsi conoscere; la finanziaria 2006 dà garanzie ai giovani anche per la prima casa". C'è poi un problema di costo del lavoro, la regole vessanti per le imprese, la necessità di evitare di sovraccaricarsi di pesi rispetto al mercato, la Cina, la globalizzazione. "Tra pochi giorni inizia l'iter legislativo regionale di nuovo progetto sul lavoro si aprirà un confronto serrato, tra gli argomenti caldi ruolo Provincia rispetto mercato del lavoro - ha concluso-".
Cesare Mainardi (Ds) ha detto che l'occupazione giovanile è un problema: "Se la legge Treu non ha risolto la questione tra lavoro e precarietà, la legge Biagi non lo ha risolto del tutto". Il tema getta una sfida alle imprese italiane. "Per assumere un ingegnere con sua qualifica a tempo indeterminato non si pone all'azienda il problema del costo del lavoro, ma quello dell'innovazione di prodotto e dei processi". Non è poi vero che la precarietà è solo un problema economico. "Un precario è più debole dentro e fuori l'azienda". Per Mainardi la produzione è arretrata, ma le finanze aumentano "girano tanti soldi in borsa che non c'entrano con la produzione". Infine, "Abbiamo una tasso di disoccupazione superiore alle altre province, il problema non è la flessibilità, è che se un giovane continua a cambiare lavoro arriva alla mia età non ha diritti. "Non so se è colpa di Berlusconi o Bertinotti so solo che il problema c'è".
Renato Ancorotti (Fi) ha preso la parola per riferire che "ogni azienda ha una quota per contratti sindacali per far intervenire il lavoro sia a tempo determinato che interinale, per cui non è vero che si prendono i precari per poi mandarli via quando si vuole". A suo parere la flessibilità serve a coprire determinate produzioni in alcune fasi, ma anche per un giovane è un opportunità per fare esperienza. Se, poi, si dice che sono aumentate le partite Iva, per far lavorare gente da dipendenti, questo è contro la legge".

Ha ripreso la parola Piloni "la mozione è condivisibile, la precarietà non è frutto di una visione ideologica ma dato di fatto percepibile da tutti". Galmozzi ha ringraziato Piloni per aver già fatto molto nel segno della mozione e ha risposto a Rossoni "vivo la contraddizione di una generazione che oggi deve fare i conti con una situazione di fondo che è precaria, ho provato a metterla in una mozione, quanto ai cococo non è vero che la legge li ha eliminati, se così fosse non avrebbe senso parlare di precariato". Quanto ad Ancorotti: "Parla di flessibilità come strumento per rilanciare la competitività, da noi flessibilità è sfruttamento" .
Ha ripreso la parola Ancorotti: "Non lo accetto. Anzitutto i costi sono gli stessi, da imprenditore dico che la flessibilità serve per aumentare le quote possibili, le imprese italiane fanno molto, c'è ricerca, attenzione al prodotto, facciamo poi però entrate prodotti di aziende che non hanno dovuto seguire le stessi leggi, non dico che non debba entrare nulla, dico che andrebbe difesa l'impresa italiana, a competere almeno alla pari".

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