27.2.06

Pisa: I precari della ricerca lanciano il referendum per il 29 e 30 marzo

29-30 marzo 2006 consultazione referendaria dei precari e delle precarie della ricerca dell’ateneo pisano.

L’Assemblea dei precari della ricerca dell’Università di Pisa ha avviato da tempo un percorso d’indagine e di confronto sulle condizioni in cui vengono svolte le attività di ricerca e di didattica nella nostra Università da parte delle figure non strutturare e a tempo determinato. Infatti il nostro ateneo eccelle in precarietà: solo grazie al sovraccarico di lavoro sottopagato o gratuito, e senza diritti e tutele, dei precari l’Università di Pisa riesce a garantire corsi di laurea ed insegnamenti sempre più numerosi ed allo stesso tempo a mantenere l’attività scientifica agli attuali livelli di qualità e di avanzamento.
In questi mesi, dopo l’assemblea di ateneo del dicembre 2005, numerose sono state le assemblee decentrate che abbiamo organizzato. Vista l’elevata partecipazione al dibattito nelle diverse l’Assemblea ha quindi deciso di costituirsi in
“Comitato dei precari e delle precarie della ricerca dell’Università di Pisa” allo scopo di organizzare una consultazione referendaria tra tutti i precari della ricerca, con l’allestimento di veri e propri seggi, su una proposta di piattaforma rivendicativa da presentare successivamente all’amministrazione dell’Università di Pisa. Una forma di democrazia partecipata e di consultazione che per la prima volta si svolge nel mondo accademico e che evidenzia il bisogno di tutti i ricercatori precari di riunirsi proponendo rivendicazioni unitarie a partire dalla
propria specifica condizione.
Attraverso tale consultazione, il Comitato intende aprire un tavolo di trattativa con l'Ateneo per ridefinire la politica della ricerca e del reclutamento della nostra università che destini risorse adeguate per un radicale cambiamento delle scelte in materia di precariato universitario
Alla consultazione referendaria parteciperanno tutte le figure che svolgonoi compiti di ricerca e/o di didattica in forme non strutturate e a tempo determinato. Avranno diritto di partecipare alla consultazione coloro che prestano attualmente la loro attività presso l’Ateneo e/o che l'hanno prestata nel corso del 2005, ovverosia borsisti post-laurea e post-dottorato, borsisti in genere, dottori e dottorandi di ricerca (con o senza borsa); assegnisti di ricerca (qualsiasi tipologia/fonte di finanziamento), ricercatori in formazione e/o con contratto a tempo determinato;
professori a contratto (qualsiasi tipologia di contratto a tempo determinato e/o atipico); cultori della materia; contrattisti con incarichi supplementari in collaborazione e/o in conto terzi per le ricerche in corso, per prestazioni d'opera, per prestazioni seminariali, per consulenze occasionali; contrattisti con incarichi di supporto alla didattica per i corsi di laurea di primo e secondo livello, per corsi di perfezionamento, di dottorato e/o per master; collaboratori occasionali, vecchi co.co.co, collaboratori a progetto; altri contrattisti per incarichi di
collaborazione scientifico-didattica non inclusi in quelli elencati.
Il Comitato indica nei giorni 29 e 30 marzo le date della consultazione. La consultazione si terrà mercoledì 29 marzo dalle ore 9.00 alle ore 19.00 e giovedì 30 marzo dalle ore 9.00 alle ore 17.00. A questo proposito il Comitato ha
presentato in questi giorni al governo dell’ateneo una richiesta di incontro per chiedere:1) la concessione di spazi conformi allo svolgimento della consultazione nelle sedi in cui verranno allestiti i seggi, vale a dire: Facoltà di Agraria, Facoltà di Lettere, Facoltà di Ingegneria, Facoltà di Farmacia, Scuola Medica dell’Ospedale di S. Chiara, Palazzo della Sapienza, Polo scientifico ex-Marzotto; 2) la notifica dell’iniziativa referendaria sulle pagine web dell'Ateneo, nonché la sua pubblicizzazione nelle forme elettorali consuete, tramite affissione agli Albi ufficiali di avvisi, manifesti, cartelloni ecc.; 3) la fornitura delle schede e delle urne elettorali.
Riteniamo importante che l’Università ci incontri a breve e che risponda positivamente alle nostre richieste riconoscendo la consultazione e l’esistenza di migliaia di precarie e di precarie senza il cui lavoro la didattica e
la ricerca del nostro ateneo non sarebbe possibile.
Per tutte le informazioni sul referendum http://www.precariunipi.unmondodi.it.

Comitato promotore per una consultazione referendaria dei precari e delle precarie della ricerca dell’Università di Pisa
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Proposta per una piattaforma rivendicativa dei precari della ricerca dell’Università di Pisa (approvata dall’assemblea di ateneo dei precari della ricerca del 13.12.2005)


In Italia sono ormai circa 60000 i soggetti che forniscono a titolo precario almeno il 50% dell’attività scientifica e didattica prodotta negli atenei e negli enti di ricerca. Basse retribuzioni, attività svolte in gran parte gratuitamente, assenza di copertura del welfare, nessuna certezza sulle prospettive di inserimento professionale, contributi scarsi o nulli: ecco le condizioni di vita e di lavoro dei precari della ricerca. L’abbattimento dei costi che deriva dall’aggressione dei diritti si traduce in un pesante peggioramento della qualità complessiva del sistema
pubblico universitario.
La riforma Moratti – in continuità con le precedenti politiche universitarie – non ha fatto che aggravare una situazione già inaccettabile, introducendo ulteriori forme di lavoro a tempo determinato (contratti di ricerca triennali) destinate a sostituire progressivamente la figura del ricercatore a tempo indeterminato.
Pisa, “università dell’eccellenza”, non rappresenta certo una realtà in controtendenza. L’immagine di ateneo d’avanguardia nasconde una verità poco nota all’opinione pubblica: solo grazie al sovraccarico di lavoro sottopagato
dei precari il nostro ateneo riesce a garantire corsi di laurea e insegnamenti sempre più numerosi ed allo stesso tempo a mantenere l’attività scientifica agli attuali livelli di qualità e di avanzamento. Negli ultimi anni il ricorso al lavoro precario si è allargato enormemente e l’introduzione dei cosiddetti ricercatori in formazione ha peggiorato ulteriormente il problema. L’università di Pisa ha un corpo docente di ruolo anziano, composto prevalentemente da professori ordinari e associati, con pochi ricercatori a tempo indeterminato.

Molteplici sono le figure precarie presenti oggi nel nostro ateneo:
•Dottorandi con borsa a finanziamento dell’Università di Pisa;
•Dottorandi con borsa a finanziamento esterno;
•Dottorandi senza borsa;
•Assegnisti di ricerca [Adr] (assegno totalmente finanziato dall’Università di Pisa, cofinanziato o a
finanziamento totalmente esterno);
•Assegnisti di ricerca [Adr] con assegno finanziato dal CNR;
•Borsisti post-lauream e post-dottorato;
•Collaboratori coordinati e continuativi, a progetto ed occasionali;
•Professori a contratto in possesso del titolo di dottore di ricerca;
•Ricercatori in formazione;
•Cultori della materia.
•Specializzandi


Con questa piattaforma integrativa ci poniamo essenzialmente due obiettivi:

1.combattere ed opporsi alla precarietà attraverso una serie di provvedimenti che il nostro ateneo può prendere miranti ad estendere il lavoro a tempo indeterminato e a ridurre considerevolmente le tipologie di lavoro precario;

2.il riconoscimento effettivo dei diritti individuali e collettivi per tutti i precari oggi assunti dal nostro ateneo

CONTRASTARE LA PRECARIETA’

Per quanto riguarda il primo punto chiediamo che l’ateneo:

•nell’ambito della programmazione investa tutte le risorse disponibili per l’assunzione di ricercatori a tempo indeterminato sia attraverso il Fondo di Finanziamento Ordinario sia utilizzando le risorse derivate dai pensionamenti
del personale docente;
•assuma come criterio prioritario la stabilizzazione del personale per adempiere alle attività didattiche e di ricerca necessarie per il buon funzionamento della struttura universitaria senza surrogare funzioni che dovrebbero essere svolte dal personale di ruolo con lavoro non strutturato;
•non stipuli più contratti per attività di didattica o di ricerca sotto i 12 mesi, e che ogni corso di laurea risponda a dei requisiti minimi per ciò che riguarda il numero di docenti strutturati, al fine di arginare, soprattutto per i corsi triennali di recente attivazione, il fenomeno per cui la quasi totalità dell’attività
didattica è svolta da personale non strutturato.


CONOSCERE PER RIVENDICARE

Chiediamo l’istituzione a carico dell’ateneo di un'anagrafe, aggiornata in tempo reale, dei lavoratori non strutturati impegnati in attività di ricerca e didattica attraverso la quale sia conoscibile il numero e le tipologie delle collaborazioni, i dipartimenti di afferenza e il mansionario delle attività effettivamente svolte e da svolgere da parte del personale non strutturato

CONQUISTARE DIRITTI

Chiediamo che l’ateneo:

•Riconosca ufficialmente e certifichi alle figure precarie tutte le attività didattiche e di ricerca da loro realmente svolte; che queste siano retribuite e che sia applicato il principio per cui a parità di mansione vi sia
una parità di retribuzione;
•Garantisca la cadenza mensile nel pagamento delle retribuzioni al personale non strutturato;
•Assuma il principio dell’equiparazione del personale non strutturato a quello strutturato per ciò che riguarda il trattamento in materia di malattia, maternità e ferie;
•Garantisca a tutti i soggetti precari la possibilità di accedere a un fondo individuale da destinare all’attività connessa alla ricerca e alla formazione;
•Riconosca il diritto per i ricercatori precari di essere titolari di progetti di ricerca
•Riconosca e garantisca per tutto il personale non strutturato il diritto di riunione e di assemblea.

www.precariunipi.unmondodi.it/

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