18.1.07

Damiano in video chat su l'Unità.it: più stato sociale

Paola Zanca
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Nella valigia del ministro Damiano in partenza per Caserta non ci sono accessori inutili o abiti di riserva, c´è un solo insostituibile pezzo forte: lo stato sociale. Cesare Damiano ha appena lasciato la redazione de L´Unità dove ha risposto alle domande dei lettori in videochat. Sessanta minuti per rilanciare la politica del governo in materia di lavoro e rispondere alle numerose sollecitazioni che sono arrivate al nostro sito. Sessanta minuti densi di proposte concrete per sedare i timori dei cittadini in materia di precarietà, pensioni, tfr e sicurezza sul lavoro. E per esprimere un desiderio: quello che giovedì sera, nel viaggio di ritorno dal conclave del centrosinistra, nella sua valigia ci siano rassicurazioni sul fatto che le entrate relative alla lotta all´evasione fiscale vengano destinate al welfare.

Ma quale welfare? Il ministro del Lavoro stila senza dubbi la sua agenda delle priorità. Primo, ripensare al sistema degli ammortizzatori sociali. Damiano non esita ad ammettere che la nostra spesa sociale in rapporto al Pil è decisamente troppo bassa, ma sottolinea anche i primi passi che il governo Prodi ha già compiuto, dalla riduzione del costo del lavoro per le aziende che stabilizzano i lavoratori precari al miglioramento delle tutele per maternità e malattia anche per gli atipici. «Noi siamo per la buona flessibilità – spiega Damiano – ma serve un patto tra le generazioni e un cambio di mentalità da parte delle aziende». La ricetta Damiano ha pochi ma precisi ingredienti, e pensa soprattutto ai giovani. L´idea è quella di un sussidio per i lavoratori discontinui, una sorta di reddito garantito nei periodi di non-lavoro, legato a un periodo di formazione obbligatorio: «Immagino un sistema attivo – precisa il ministro – finalizzato al reimpiego e non all´assistenzialismo». Lo stesso vale per gli over50, che devono avere la possibilità di accumulare contributi previdenziali anche nei periodi di inattività: «Bisogna poter sommare tutto – aggiunge ancora Damiano – riunire tutto ciò che si è versato nei diversi lavori che cambiano».

Buoni propositi anche sulle pensioni: se su Damiano grava la pensante eredità dello "scalone" del governo precedente – il divieto di pensionamento prima dei 60 anni – qualche alternativa c´è: «Eliminare lo "scalone" – ammette il ministro – ha un costo enorme, ma fare degli "scalini" potrebbe essere già una proposta più ragionevole. Io lavoro per questo: non credo che sia necessaria una riforma, penso che basti una manutenzione della riforma Dini, a cominciare da una rivalutazione delle pensioni, a partire da quelle più basse».

E per chi teme di dover affrontare il meritato riposo con in bocca il gusto amaro di un Tfr andato in fumo, Damiano dà la sua parola: «I fondi pensione sono sicuri, perchè i gestori non detengono la totalità del patrimonio, che è suddiviso anche con le banche e le assicurazioni. E poi c´è il controllo della Banca d´Italia, dell´Isvap, della Consob. Ogni lavoratore è libero di scegliere ciò che preferisce, resta il fatto che il fondo pensione ha un rendimento variabile, e per chi "rischia", può essere anche un investimento».

Dopo lo scandalo del Policlinico di Roma, c´è anche chi chiede a Damiano nuove norme sugli appalti negli ospedali e negli altri enti pubblici: «Con il ministro Di Pietro stiamo lavorando ad un nuovo codice degli appalti che vedrà la luce entro al fine del mese. Il costo delle esternalizzazioni dovrà garantire standard occupazionali e di sicurezza, altrimenti la concorrenza al ribasso provoca sfruttamento e rischi per la sicurezza.

Già, la sicurezza. Damiano racconta – ed è quasi un inedito – quanto il governo ha già fatto nella lotta alle morti bianche: «Nello scorso luglio, nel decreto Bersani abbiamo inserito un pacchetto sicurezza per il settore dell´edilizia: tutti i cantieri che a seguito di ispezioni verranno trovati con almeno il 20% di lavoratori in nero, verranno chiusi». E i risultati sono già scritti nero su bianco. Da settembre ad oggi, 423 cantieri hanno già i sigilli. E quasi 40 mila lavoratori sono venuti a galla dal buco nero dello sfruttamento. «È ancora poco – minimizza Damiano – ma la strada imboccata è quella giusta». Una strada che vede anche l´assunzione di molti nuovi ispettori da impegnare sul campo del controllo e che stabilisce anche nuove regole per le assunzioni: l´iscrizione a libro paga va notificata un giorno prima dell´effettivo inizio di lavoro, per evitare che, guarda caso, molte vittime di incidenti risultino assunte proprio nel giorno del decesso.

Pubblicato il: 11.01.07

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