Dagli asili nido alle materne e fino ai Licei, il personale docente minaccia lo sciopero contro il governo
di SUSANNA NOVELLI
DALLA PROTESTA di ieri mattina dei presidi delle scuole superiori davanti al Ministero della Pubblica istruzione, agli insegnanti supplenti di asili nido e materne della Capitale, che da ieri sono scesi sul piede di guerra. È il mondo del precariato scolastico che, a ridosso del suono della prima campanella dell’anno fanno sentire le loro ragioni. Nella Capitale è una situazione che riguarda oltre 400 docenti che inseriti nella seconda fascia, quella dei supplenti con almeno 150 giorni di servizio, assistono allo scorrere delle graduatorie altrui per quanto riguarda l’assegnazione degli incarichi annuali. Si tratta, insomma, di maestri e maestre che da oltre dieci anni vivono nella precarietà e che proprio quando era stato concordato un «piccolo» diritto, quello cioè di scegliere la sede di lavoro in base all’esperienza maturata, si sono visti «scorrere» davanti altri nomi. Nel particolare, la protesta riguarda i partecipanti al concorso risultati ideonei ma non vincitori e ai quali verrebbe data la possibilità di scegliere la sede di lavoro in modo prioritario rispetto ai colleghi che per titoli, anzianità e tanto di delibera, avrebbero la precedenza. Ma stavolta la protesta non si fermerà a qualche ora trascorsa sotto un assessorato nell’attesa di essere ricevuti. L’«esercito» dei precari capitolini minaccia lo sciopero della fame e ha già consultato gli avvocati per intentare causa. Una questione di «posti», dunque. E non solo. La minaccia più grande arriva infatti dalla direzione nazionale della Gilda degli Insegnanti, che si è riunita ieri a Roma e che in una nota chiarisce ancor prima del ritorno sui banchi la posizione del sindacato. «Esaminata la situazione politico-sindacale e rilevato che, in vista dell'apertura dell'anno scolastico, il Governo non ha dato seguito agli impegni assunti in campagna elettorale, invita l'Esecutivo -si legge nella nota del Gilda - a dare subito risposte concrete sul rinnovo del contratto di categoria, sulle immissioni in ruolo dei precari, sull'abolizione del doppio punteggio nelle scuole di montagna e sulla modifica delle tabelle di punteggio per titoli di perfezionamento , master e specializzazione». Inevitabile poi, il riferimento alla riforma Moratti la Gilda chiede «l'immediata cancellazione del portfolio e il ripristino dell'orario di servizio precedente alla riforma» e avverte che «in assenza di tempestivi riscontri da parte del Governo e del ministero della Pubblica Istruzione, la Gilda degli insegnanti chiamerà i docenti alla mobilitazione». Dagli asili nido ai Licei, insomma, l’autunno scolastico si presenta molto più caldo dell’estate appena passata.
(Il Tempo, martedì 29 agosto 2006)
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