7.8.06

Ricercatori precari contro Mussi e tagli

Società(06/08/2006) - "E' difficile oggi affermare che università e ricerca abbiano guadagnato molto nel passaggio dall'era Moratti al dicastero Mussi". E' quanto sostiene la Rete nazionale ricercatori precari' attraverso un documento-denuncia dal polemico titolo "aridatece Moratti". I ricercatori puntano il dito sul decreto Bersani-Visco: "non riguarda solo la liberalizzazione di taxi e farmacie, ma tra i tagli alla spesa pubblica contenuti nella legge figurano anche notevoli riduzioni di spesa a carico di università e ricerca per i prossimi anni: 10% subito, altrettanto fino al 2009". "Proprio quel settore - continua il documento - che, in campagna elettorale, era stato dipinto come strategico' da ogni schieramento politico, con promesse di rilancio messe per iscritto anche nel programma dell'Unione, oggi viene punito dalla politica economica del governo. Il dietrofront è tale da indurre lo stesso ministro a Mussi a minacciare le dimissioni". Una forma di protesta a cui però "non ha creduto nessuno, infatti non si dimetterà. E, per i precari, la vita sarà ancora tutta un quiz". Stime attendibili quantificano in almeno 50.000 il numero di ricercatori non di ruolo che in qualche modo operano nelle università italiane: secondo la Rete nazionale ricercatori precari' per loro si preannunciano anni difficili. "Il ministro - si legge nel documento - annuncia concorsi straordinari, il suo sottosegretario Modica (Ds) parla di una misera sanatoria che toccherebbe il 10% di loro, e comunque non si vedono all'orizzonte né gli uni né l'altra. Infine i tagli della manovrina': un errore che verrà corretto, dicono al ministero. Ma due ex-normalisti pignoli come Modica e Mussi erano distratti, quando il collega Bersani scriveva? Le accuse dei ricercatori precari non risparmiano nemmeno le visite di Mussi a "molti atenei prospettando un futuroroseo all'istruzione universitaria, alla ricerca e ai precari che ne consentono la sopravvivenza". Secondo la rete nazionale di ricercaotri Mussi "ha guadagnato molti applausi, anche tra i giovani: quelli che da tempo attendono un ricambio generazionale e di poter entrare nell'università e negli enti di ricerca dalla porta principale, e non dai ponti levatoi con cui, quando conviene, i baroni aprono i feudi della cultura. Ma governare comporta oneri, accanto agli onori: oltre agli applausi, la responsabilità".

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