Radio Città Aperta
Oggi mi alzo e sciopero! In tanti hanno seguito questo invito a manifestare controlo smantellamento della Pubblica Amministrazione.
Il corteo partito dopo le 11 da piazza della Repubblica si sta snodando per le strade di Roma. Una partecipazione che Nazareno Festuccia delle RdB definisce enorme e variegata.
"All’interno del corteo di oggi si saldano i percorsi di lotta dei lavoratori precari e dei lavori stabili, un percorso di lotta che deve trovare la sua continuazione e la sua amplificazione in una opposizione sociale crescente alle politiche di questo governo, che coinvolga anche altri settori del mondo del lavoro e della società.
Oggi sono tanti i lavoratori della sanità in piazza. Noi subiamo in pochi anni una seconda riforma operata da questo governo che mira alla destrutturazione della sanità pubblica. Occorre costruire con gli utenti e i lavoratori la difesa delle strutture sanitarie nel territorio per evitare la proliferare degli errori e delle morti che tra l’altro vengono strumentalizzati per giustificare le scelte di privatizzazione. Noi lottiamo per un sistema sanitario pubblico che rispetti le esigenze dei cittadini e non i criteri dei manager."
Una lavoratrice di Bologna ha denunciato ai nostri microfoni l’oscuramento dello sciopero di oggi da parte dei mezzi di informazione, tra l’altro contravvenendo alle normative che impongono a quotidiani e Tv di informare correttamente e tempestivamente i cittadini sulle mobilitazioni sindacali.
"Si assunzioni, no esternalizzazioni" chiede uno striscione firmato dalle Flsu-Cub della scuola. "Sono cococo da ormai 11 anni, con contratti precari che si rinnovano ogni anno nel mese di dicembre. Ora ho 51 anni e non ne posso più di questa situazione. Il governo Prodi ha promesso fondi per stabilizzare i lavoratori precari ma finora non abbiamo visto nessun risultato concreto."
All’interno del corteo è presente un enorme pupazzo di Prodi che porta un pacco. Il riferimento è allo scippo del TFR a favore dei fondi pensione privati, contro il quale da settimane è in corso una campagna delle RdB con mobilitazioni territoriali.
Un altro striscione recita "Puglia deprecarizzata". "Con la scusa che siamo dei fannulloni vogliono regalare la pubblica amministrazione ai privati come succede ad esempio nella sanità. Le poche risorse pubbliche stanziate vengono regalate ai privati: il caso delle aziende che gestiscono l’erogazione dell’acqua, del gas e dell’elettricità è eclatante." La denuncia è di un lavoratore proveniente dalla provincia di Bari che mette in rilievo anche la violazione da parte del governo di una Legge sulla rappresentanza che è già di per sé antidemocratica e restrittiva ma che non viene rispettata escludendo dai tavoli di trattativa i sindacati di base. Il governo si sceglie i sindacati confederali come interlocutori di comodo escludendo le organizzazioni sindacali realmente rappresentative".
In piazza presente anche il deputato Francesco Caruso eletto nelle liste del PRC ma molto critico col Governo: "Sono convinto anch’io che la manifestazione di oggi è un segnale importante contro Palazzo Chigi da parte del mondo della disoccupazione e della precarietà che esige risposte concrete sul fronte della garanzia di un reddito e di un lavoro degno. Se il precariato è di per sé una aberrazione e rappresenta una forma estrema di sfruttamento che lo promuova lo Stato è qualcosa di vergognoso.
Questo corteo, tra l’altro di enorme impatto a livello di partecipazione, deve essere un trampolino di lancio per riaprire una vertenza nazionale per rimettere all’ordine del giorno gli interessi delle classi popolari e non i diktat del Fondo Monetario Internazionale che guidano l’azione dei ministri di questo governo che ha disatteso ampiamente le aspettative dei lavoratori. Reputo assurda l’esclusione delle RdB dai tavoli di trattativa col governo perché si deve discutere con chi rappresenta realmente i lavoratori e non con i sindacati conniventi e di comodo. Le differenze tra un governo di destra che ci spara addosso e uno di centrosinistra che fa finta di non sentire sono veramente minime. Occorre alzare il livello della mobilitazione anche a livello locale al di fuori dei sindacati confederali così come hanno fatto ad esempio i lavoratori LSU della Calabria che dopo essersi autorganizzati ed aver adoperato forme di lotta radicali hanno ottenuto qualche risultato".
Presenti all’interno del lungo corteo anche gli immigrati aderenti alle RdB che chiedono la chiusura definitiva dei CPT, definiti giustamente "prigioni etniche". "La proposta da parte del governo di rendere migliori le condizioni di detenzione è semplicemente ridicola" afferma il coordinatore nazionale delle Rdb immigrati che ricorda le tante iniziative locali - cortei e presidi - realizzati in questi giorni in numerose città italiane.
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