9.5.06

I poveracci del quartierino

Alessandro Robecchi
dal manifesto del 7 maggio 2006
Non è giusto che il genere letterario «intercettazioni telefoniche», oggi tanto in voga, riguardi solo gli intrallazzi dei potenti. Anche i ceti popolari partecipano a formare il carattere della nazione e tutti, dunque, hanno il diritto di finire sui giornali con le loro conversazioni private. Rimediamo a questa ingiustizia con alcuni brani scelti. Milano, maggio 2006, conversazione tra F. G., precario e G. L., studentessa. Lei - Allora, hai firmato? Lui - Macché, porca p... Lei - Ma come... era sicuro, no? Lui - See, sicuro... mi fa: certo che passarti da termine a indeterminato mi costa una cifra... in giugno, poi, così ti becchi subito le ferie? Allora ne parliamo in settembre...e poi ancora 'sta solfa... ma perché non ti apri la partita Iva? Lei - Ma che str... Roma, aprile 2006, conversazione tra U., impiegato e L., insegnante Lui - Cazzo, pure il carrozziere, mo'! E già sto in ritardo col mutuo... Lei - Guarda che pure io sto messa male, che il bambino si deve comprare la roba estiva e io sto al limite, guarda... Lui - So' stato scemo io, non ce la dovevo porta' dal carrozziere... Lei - Sì, così poi sembravi un barbone... Lui - Se non c'hai i soldi per paga' il carrozziere me sa che sei barbone lo stesso... Torino, maggio 2006, conversazione tra S., imprenditore edile e V., lavoratore immigrato S. - Ma mi raccomando, se arriva un controllo, te sei lì per cercare un tuo amico, eh! Mica stai lavorando, eh, e non farti male! V. - Niente problema. Io lavora, ma se viene controllo non lavora. Tutta settimana. S. - Poi vediamo, io vengo lì giovedì, al cantiere, poi vediamo... Tu chiedi al capo, che lui... ti fa fare lui... V. - Bene, ma poi paga a fine settimana, vero? S. - Eh, poi vediamo, vengo al cantiere giovedì... tu vai lì presto.

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