22.9.06

Irap: 10 mila euro in meno per ogni posto fisso

mezzogiorno e sviluppo

Irap: 10 mila euro in meno per ogni posto fisso
Le imprese del Sud potrebbero beneficiare di sgravi Irap pari a 10 mila euro (contro i 5 mila del Nord) sia per ogni dipendente a tempo indeterminato, che per ciascun precario stabilizzato. E’ quanto emerge dal tavolo di confronto svoltosi ieri tra governo (rappresentato dal viceministro per il Mezzogiorno Sergio D’Antoni), Regioni (per la Campania c’era l’assessore ai Trasporti Ennio Cascetta) e parti sociali. Tornerà anche il credito d’imposta per le aziende che investono o creano nuova occupazione. Delle risorse disponibili per queste misure, però, non si è parlato. «Forniremo le cifre la prossima settimana», assicura D’Antoni. Ma i sindacati sono perplessi: «Si rischia di creare un sacco vuoto se alle proposte non sono accompagnate le cifre indicative». Nulla di definito nemmeno sulle zone franche urbane, mentre è certo che per le infrastrutture la spesa annua in conto capitale destinata al Meridione passerà da 2 a 4 miliardi di euro.
di Giovanni Brancaccio
Il taglio differenziato al cuneo fiscale nel Mezzogiorno ci sarà. Al termine dell’incontro di ieri con Regioni e parti sociali, il viceministro allo Sviluppo con delega al Mezzogiorno, Sergio D’Antoni, lo conferma.
Sulle risorse disponibili, però, è giallo. Le aziende meridionali dovrebbero beneficiare di sgravi sulla base imponibile Irap pari a 10 mila euro (contro i 5 mila del resto del paese) per ogni dipendente a tempo indeterminato in organico e per ciascun precario stabilizzato. La riduzione del cuneo fiscale alle imprese, spiega una nota del Ministero del Lavoro, “sarà calcolata tenendo conto di tutti i lavoratori a carico dell’impresa, sia quelli assunti (stock) che quelli precari stabilizzati (flussi)”.
L’intervento sul cuneo fiscale dovrà essere coerente con la normativa comunitaria e, precisa il sottosegretario ai Fondi Ue Filippo Bubbico, “non va in alcun modo assimilato al concetto di fiscalità di vantaggio”. Il governo si riserva quindi ulteriori approfondimenti sulla proposta avanzata ieri a Regioni e parti sociali. “Anche le cifre - spiega Bubbico - non hanno ancora alcuna dimensione di ufficialità e di decisione validata. Entro il 27 settembre si tenterà di sciogliere tutti gli interrogativi”. Nemmeno per quanto riguarda il credito d’imposta, che premierà sia la nuova occupazione che gli investimenti, esistono cifre certe. I sindacati non nascondono le perplessità, perchè sul punto che ritengono più qualificante dell’intervento, cioè il taglio del cuneo fiscale differenziato, non sono state fornite cifre o almeno percentuali sulla ripartizione effettiva tra Nord e Sud. “Siamo molto preoccupati - spiega il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini - perchè ad una positiva accettazione dei criteri da noi individuati nel documento unitario, dal taglio del cuneo al credito d'imposta, ora si rischia di creare un sacco vuoto se alle proposte non sono accompagnate le cifre indicative”.
Neanche sulle zone franche urbane, allo stato, esistono certezze. Il governo, spiega D’Antoni, le vuole per combattere il degrado e dare impulso agli investimenti delle Pmi che coon meno di cinquanta dipendenti, come è stato fatto in Francia. Ma questo intervento però va concordato a livello comunitario - aggiunge - perciò restiamo cauti sulle modalità effettive”. Salvatore Ronghi, che ha partecipato al tavolo per l’Ugl, denuncia la “poca determinazione da parte del Governo” su questo punto.
Quello che allo stato appare invece sicuro è che le risorse destinate alla spesa in conto capitale per le infrastrutture nel Sud raddoppierà.
L’esecutivo si è impegnato a passare dall’attuale livello, pari a 2 miliardi all’anno, a 4 miliardi. Il piano riguarda i prossimi dieci anni.

22-09-2006

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