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3.2.09
Sanita': Pescara, presidio precari Asl davanti ospedale
2009-02-03 13:41
Sanita': Pescara, presidio precari Asl davanti ospedale
Proseguira' ad oltranza fino al 13 febbraio
(ANSA) - PESCARA, 3 FEB - I precari della Asl di Pescara hanno organizzato un presidio davanti all'ingresso dell'ospedale civile. Chiedono la stabilizzazione ed una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Il presidio, iniziato ieri, proseguira' ad oltranza tutti i giorni, mattina e pomeriggio, sino al prossimo 13 febbraio, quando ci sara' un incontro con il Presidente della Regione, Gianni Chiodi.
5.9.08
Precarie in 'strip-conferenza' su YouTube per il diritto al lavoro


Precarie nude contro i licenziamenti. E' su youtube la protesta delle ex centraliniste dell'ospedale di Legano
"Venerdi' saro' nuda come tutti i precari, venerdi' saro' nuda come tutte le lavoratrici senza sicurezza, venerdi' saro' nuda perche' nessun Governo mi ha vestito di diritti, venerdi' saro' nuda perche' non ho reddito di cittadinanza, venerdi' saro' nuda come mi ha lasciato la legge Biagi": una dopo l'altra, tutte in kimono, le 11 precarie licenziate dall'ospedale di Legnano tornano su You Tube per lanciare l'invito alla 'strip-conferenza' di domani.
L'appuntamento, fissato alle 11 al teatro della Cooperativa di Milano, sara' mandato in diretta, ovviamente web, da c6.tv. Nell'occasione, le precarie che, dopo aver perso il lavoro, tre giorni fa si erano messe all'asta sempre su You Tube, lanceranno uno sciopero generale di tutte le precarie e i precari per il 19 settembre.
"Venerdi' mattina sara' possibile vederci senza veli, non abbiamo paura di mettere in gioco i nostri corpi - dichiara Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano - gia' siamo gia' state spogliate dei diritti". Oltre a giornalisti, tv e fotografi, le precarie invitano alla conferenza anche eventuali nuovi datori di lavoro.
6.5.07
Abruzzo: la regione dipende dai precari
di LELLO GRILLI PESCARA — Mancava solo questa acuminata spada di Damocle sul capo di un ospedale, il Santo Spirito di Pescara, che va avanti quotidianamente al limite della sopravvivenza: entro la fine del mese scadono i contratti a termine di 250 precari (la maggior parte Co-co-co) tra medici, infermieri, amministrativi, coordinatori, e non ci sono i soldi per rinnovarli. Ed è stata prorogata di un mese la permanenza lavorativa di altri 38 interinali (quasi tutti barellieri) che però a metà giugno dovranno necessariamente fare la valigie. E senza possibilità di appello. La situazione è disperata. Interi reparti, vedi il Centro Trasfusionale che si regge per larga parte sull’apporto dei precari, rischia la chiusura e si porta appresso anche l’Ematologia, unico Centro di eccellenza del nosocomio, noto anche al di fuori dei confini nazionali. Ci sono medici e infermieri che hanno accumulato centinaia e centinaia di ore di straordinario, costretti a turni massacranti di giorno e di notte, e che non riescono a pianificare le ferie. L’ospedale di Pescara è solo la punta dell’iceberg di un contesto sanitario regionale malato, che ha sforato i limiti di spesa fissati dal Governo e che si è visto costretto a presentare un piano di risanamento che ha portato a pesanti tagli e alla contestatissima introduzione del ticket sui farmaci. «Questa volta siamo davvero sull’orlo del collasso - tuona Francesco Marcucci, dipendente ospedaliero e segretario provinciale della FASE Sanità -: non siamo in grado di prevedere cosa accadrà fra poche settimane, quando una notevole quantità di dipendenti lascerà l’opedale. Già nella situazione attuale, per mancanza di personale è stato ridotto il numero dei ricoveri, gli interventi chirurgici sono scesi di oltre il 30%, e le liste d’attesa per prestazioni ambulatoriali viaggiano intorno ai quattro-cinque mesi. In questo contesto, vedersi privare di 250 unità lavorative significa chiudere bottega. Non c’è alternativa!». Tra le soluzioni-tampone a cui la direzione sanitaria sta pensando, c’è quella di riciclare dipendenti che, per motivi per esempio di salute, anni addietro erano stati trasferiti in altri uffici con mansioni ben diverse. E c’è anche una bozza di Atto Aziendale (verrà illustrato nei prossimi giorni dal direttore generale Balestrino) che prevede una totale riorganizzazione della struttura, con accorpamenti di reparti, redistribuzione del personale e chiusura di servizi. Ma oltre al problema centrale della carenza di personale, medici e infermieri devono fare quotidianamente i conti spesso anche con la mancanza di materiale sanitario necessario per la cura di particolari patologie, come per esempio nella terapia del dolore dove si sono registrate diverse proteste. «Fino a che punto è possibile portare avanti una situazione tanto disastrata, continuare a vivere alla giornata? - si chiede Marcucci - Il personale è sottoposto ad un continuo stress psico-fisico, e prima o poi non sarà più in grado di garantire quel livello di assistenza che un ospedale che conta un bacino d’utenza di oltre 200.000 unità e il cui Pronto Soccorso effettua circa 90.000 prestazioni all’anno, deve assolutamente offrire».
domenica 6 maggio 2007
3.4.07
3/4 Protesta precari Sant'Andrea presso Regione Lazio
“Si tratta di punti fondamentali – continua la consigliera - per avviare il processo riassorbimento dei precari e per questo devono essere immediatamente reintrodotti. Mi riferisco in particolare al testo riguardante i lavoratori esternalizzati delle cooperative e all’organizzazione di tirocini formativi per la stabilizzazione dei lavoratori precari. Condivido in pieno le richieste presentate oggi dai Cobas e dal Coordinamento degli esternalizzati, che chiedono la modifica del punto sei del protocollo d’intesa siglato il 15 marzo scorso e la conseguente reintroduzione degli emendamenti concordati in Commissione Sanità. In particolare, per le categorie A e B – continua Anna Pizzo – chiediamo l’organizzazione di specifici tirocini formativi, per consentire ai lavoratori interessati l’acquisizione di titoli e abilitazioni professionali, mediante il riconoscimento di crediti formativi legati al lavoro svolto e ai tirocini frequentati”.
Appoggio infine – conclude la consigliera Pizzo - la richiesta dei Cobas e del Coordinamento di inviare immediatamente ai Direttori Generali una circolare per l’attivazione quanto prima delle procedure di stabilizzazione, a partire, come previsto dalla legge regionale 2006, dal Sant’Andrea”.
26.2.07
Sant'Andrea, i precari saranno stabilizzati
La Commissione Sanità ha dato il suo via libera per la regolamentazione della condizione lavorativa di diversi atipici ed esternalizzati impiegati nell'azienda di Grotta Rossa. Un successo che ora si spera di estendere anche alle altre strutture sanitarie laziali
Per il Coordinamento lavoratori fantasma del Sant'Andrea e per i Cobas Sanità-università e ricerca è un successo. Ma soprattutto lo è per i lavoratori. Dopo una battaglia durata mesi, infatti, la vertenza per la stabilizzazione lavorativa all'interno dell'ospedale di Grotta Rossa ma anche per altre strutture sanitarie laziali sembra arrivata ad una svolta positiva. "Dopo 3 giorni di ‘tendopoli itinerante' sotto le sedi regionali del Lazio, ieri la Commissione Sanità ha dato il proprio parere sulle linee guida degli atti aziendali, che è lo strumento operativo con cui vengono indicate le strategie delle Asl e delle Aziende ospedaliere. Sono state dettate le modalità pratiche per la stabilizzazione di una parte dei lavoratori precari, atipici ed esternalizzati. Finalmente si avvia praticamente a conclusione una prima parte della battaglia che, iniziata quasi due anni fa dai lavoratori del Sant'Andrea di Roma, ha progressivamente coinvolto anche il Policlinico, il San Filippo e altri ospedali laziali". Con questo comunicato congiunto le due organizzazioni hanno saluto favorevolmente la decisione della Commissione Sanità a riguardo della stabilizzazione dei tanti lavoratori esternalizzati all'interno dell'azienda del Sant'Andrea.
Una decisione che, ricorda lo stesso comunicato, è il frutto di un lungo iter iniziato già un anno fa e che riguarda non solo l'ospedale che sorge sulla Cassia, ma anche altre aziende sanitarie della regione: "come già previsto dalla legge regionale 2006 si partirà proprio dal Sant'Andrea che ha già previsto nella sua pianta organica i posti per gli esternalizzati". "L'ufficializzazione del percorso di stabilizzazione", prosegue la nota, sarà raggiunta "attraverso l'organizzazione di specifici tirocini formativi, per garantire ai lavoratori interessati l'acquisizione di specifici titoli e abilitazioni professionali, mediante il riconoscimento di crediti formativi legati al lavoro svolto e ai tirocini formativi frequentati, garantisce a questo punto sia i Direttori generali, che i lavoratori".
La speranza a questo punto è quella di rendere l'esperienza dell'ospedale di Grotta Rossa un modello di riferimento per tutte le altre aziende: "auspichiamo che il percorso pilota del Sant'Andrea, che riguarderà in questa fase circa 200 lavoratori, possa a questo punto partire immediatamente, e sia solo il primo passo verso la stabilizzazione di tutti gli esternalizzati della Sanità laziale", afferma il comunicato.
Anche se "rimangono però sul tavolo altri importanti passaggi- ricordano i fantasmi del Sant'Andrea e Cobas- come l'immediato sblocco dei concorsi e il punteggio riservato per i lavoratori delle cooperative ed interinali appartenenti alle categorie più alte, applicando la deroga prevista dall'art. 21 dell'ultima finanziaria regionale; tempi determinati per i lavoratori extracomunitari in attesa di una soluzione legislativa che ponga fine alla vergognosa preclusione all'accesso ai pubblici concorsi che colpisce questi lavoratori, attualmente utilizzati e sfruttati dalle cooperative all'interno degli ospedali pubblici". Per completare, poi, questa politica di garanzia del lavoro, si dovrà anche garantire il "blocco di tutti i processi di esternalizzazione, non solo quelli a gestione diretta, e analisi dell'effettiva convenienza economica e qualitativa di una scelta gestionale che aumenta solo il clientelismo e il potere di grosse cordate finanziarie a scapito della qualità dell'assistenza".
Una lotta, dunque, che i fantasmi del Sant'Andrea e i Cobas non stentano a definire una "nostra battaglia di civiltà" e che affermano di voler continuare. Per ora, però, con il vantaggio di aver intascato una prima importante vittoria.