15.5.07

Siamo tutti agenti dell'intelligence precaria

MayDay - Reclaim - Conspiracy

MayDay: cospira e reclama!
Anche quest'anno un mare in un gioiosa tempesta. Milano e Napoli, la cospirazione precaria si sente e si vede.
Siamo andati, come ogni anno ormai, ad infoltire le schiere di precari in agitazione e dopo 7 anni ritrovarsi di nuovo in decine di migliaia sta a significare ancor più di prima che la lotta alla precarietà, per il reddito e i nuovi diritti, è ancora viva, anzi oggi ancor di più centralità dello scontro e possibilità di generalizzazione del conflitto.

Siamo andati a Napoli e a Milano, dando un segnale, ancora una volta di continuità, cosi come gli scorsi anni, insieme alle diverse mayday, partecipammo alla stesura di
contributi comuni, di organizzazione comune e di condivisione dei percorsi.

Spesso incagliati nelle piccole beghe da movimento, non ci siamo mai arresi di fronte alla portata enorme che le mayday hanno sempre espresso e per le quali abbiamo voluto, con piacere, condividerne i passaggi.

Quest'anno, difficile e duro, con la morte di Renato ucciso dai fascisti che si aggiungeva a quella di Antonio morto sul lavoro, abbiamo comunque voluto contribuire alle mayday. Pur essendo impegnati a difendere le nostre case occupate dalle minacce di sgombero del Sindaco più Democratico d'Italia e dal Prefetto senza pistola (ma con un sacco di manganelli), abbiamo voluto rilanciare e valorizzare il processo maydayano.
L'iniziativa dello scorso 15 aprile, "Verso la mayday un reddito per tutti", stava proprio a significare la necessità di continuare un percorso aperto e pubblico in
grado di dare ancora maggiore spinta alle mayday e di individuare una strategia comune che si contrapponga a quelle che sono le scelte che il governo di centro-sinistra sta attuando a partire dai tavoli di concertazioni per le riforme su pensioni e ammortizzatori sociali.

I tantissimi di Milano, con le carte dei tarocchi che prevedono un futuro di cospirazione tra i precari per ribaltare i rapporti di forza e rivendicare nuovi diritti, danno una indicazione chiara di quale può essere il percorso da seguire.
Fuori dai sindacati che non riescono a rappresentare le nuove istanze, fuori dai partiti della sinistra più o meno radicale che, legati al governismo e al tentativo spesso riuscito di sussumere pezzi di movimento, non riescono ad intercettare la nuova figura sociale e operaia, fuori dall'autonomia del politico troppo impelagato ad esercitare una egemonia della miseria, le mayday ci dicono di nuovo quale è il percorso da seguire: costruire cospirazione, produrre relazioni e alleanze sociali,
intervenire nei territori, produrre conflitti e complicità.
In particolare la mayday milanese di quest'anno, forse poco partecipata da espressioni più politiche di movimento, ha funzionato proprio dentro questa indicazione, diventare agenti dell'intelligence precaria, produrre relazione sociale e politica con\tra i precari, intervenire nei territori, cospirare: respirare insieme e non alitare sopra.
Con questa voglia, abbiamo partecipato anche alle giornate di Livorno alla "Sagra del precariato" sperando di aver dato un contributo utile al dibattito e alla continuazione della cospirazione.

Cosa succede in città: Roma, questa città ribelle e mai domata...
Prima di essere a Milano e Napoli, sono arrivati altri segnali importanti sui cui riteniamo utile riflettere: le manifestazioni di Roma, quella del 21 aprile, che ha visto un corteo di 1500 persone attraversare un quartiere popolare a partire dalla difesa delle case occupate dell'ex cinema Impero e che ha saputo coinvolgere un intero territorio e le sue rivendicazioni, dall'elelttrosmog al consultorio, dal
parco pubblico all'antifascismo, al lancio della "Vida Loca", quella vita da pazzi, che a partire dalla precarietà, siamo costretti a vivere. Cosi come il 25 aprile, ingessato e cavalcato da quel Sindaco Veltroni che qualche giorno prima aveva assegnato uno spazio ai neofascisti del Foro 753 facendo l'occhiolino ai centri
sociali di sinistra, uno spezzone di oltre 1000 persone si è staccato dal corteo ufficiale per andare a Piazza Vittorio. Quella stessa piazza che aveva già visto a
gennaio 10.000 persone scendere in piazza per contestare la politica abitativa della giunta romana, per essere vicini alla comunità bengalese che aveva subito due morti, Mery ed Hasib, in un incendio di un appartamento super affollato e che aveva visto caricare dalla polizia il presidio di solidarietà dei compagni provocando oltre 20 feriti. Quella stessa piazza dove i neofascisti tentano di imporsi con uno dei loro covi più attivi.
Insomma, indicazioni di partecipazione e attivazioni che passano proprio attraverso una nuova cospirazione e una nuova complicità, lontana dal tatticismo e, forse, finalmente aperta nella costruzione di un conflitto più articolato che interviene di nuovo nei territori, anche astratti, delle contraddizioni sociali.

Ancora e ancora: cospira e reclama!!!
Le mayday 07, forti anche della diffusione ormai a carattere europeo, anche quest'anno sono state un passaggio nodale per la costruzione della cospirazione precaria e che hanno saputo rispondere anche a quel 4 novembre, a quello "stop
precarietà" indetto da un cartello ampio di sigle, che ha dimostrato proprio la debolezza nella sola rappresentazione politica. Riteniamo necessario dunque, come abbiamo sempre affermato, che per costruire rapporti di forza reali, bisogna saper
costruire innanzitutto alleanze sociali, innescare meccanismi di complicità, relazioni sociali e politiche in grado di costruire e costituire reti di cospirazione non governati da un nodo centrale tutto politicista, dirigista e
tatticista.
Siamo contenti dunque di aver dato il nostro modesto contributo alla riuscita di questa Mayday 07, a partire dalla valorizzazione delle stesse proprio quando in molti le davano per defunte. Portiamo a casa, tutti, in primis chi si è assunto la responsabilità di organizzarle fattivamente e chi vi ha partecipato attivamente, un risultato che deve ora saper costruire ancora rete, ancora cospirazione in grado di portarci a realizzare un altro appuntamento nazionale nei mesi di autunno per contrastare le riforme di governo, confindustria e sindacati a partire proprio dalla
critica agli ammortizzatori sociali per la rivendicazione di un reddito garantito.

Infine, saremmo voluti essere molti di più sia a Napoli che a Milano, ma proprio le tante contignenze romane ci hanno tenuti impegnati nel nostro territorio. all'apertura del dibattimento per la morte di Renato, alla difesa delle
case occupate, dalla costruzione del boicottaggio dei concerti omofobi alla preparazione, con altre realtà romane e nazionali, del "laboratorio antifascista" che si terrà proprio a Roma il 12 e 13 maggio.

Terminiamo queste breve riflessioni con un abbraccio a Marco, ancora agli arresti a Copenaghen, rivendicando la sua liberazione cosi come quella degli altri imprigionati per la resistenza allo sgombero del Unghdomhuset. A loro va questo ultimo pensiero di rivolta.

Loa Acrobax project
Tunnel roma3
Coordinamento di lotta x la casa

Nessun commento: