12.9.06

Lettera aperta dei lavoratori precari del Comune di Torino

Precariato all'interno dell'Amministrazione Pubblica - lettera aperta spedita al governo dai lavoratori

Siamo un gruppo di 30 lavoratori della Cooperative ARETHUSA, ARKE’, BIBLIOIDEA, COPAT vincitori delle gare d’appalto 132/2000 e 133/2000, appalti che avevano come requisito l’impiego di almeno il 40% di ex Lavoratori Socialmente Utili. Molti di noi sono quindi ex LSU che hanno partecipato a progetti formativi indetti dal Comune di Torino e finanziati dalla Regione Piemonte nel 1999, mentre altri hanno aderito alla chiamata pubblica nel 1996 con successiva proroga per fornire servizi di Utilità Collettiva; tutti questi progetti erano finalizzati per una stabilizzazione lavorativa.
Alcuni lavoratori che, per effetto delle disposizioni del Ministero del Lavoro, sono risultati esclusi dall’applicazione dell’art.12, si sono rivolti al Tribunale di Torino, Sezione Lavoro, per ottenere i benefici connessi con il regime transitorio: in data 20 marzo 2001 è stata emessa la sentenza che obbliga la Città di Torino di procedere all’inserimento dei ricorrenti tra gli L.S.U cui si applica il regime transitorio (all’art.12 del D.Lgs. 468/97).
Nel novembre del 2001 alcuni di noi hanno ricevuto una comunicazione dall’Assessore al Lavoro, nella quale si prospettava “una concreta possibilità di lavoro” presso i Musei Civici della Città di Torino. Questa opportunità lavorativa è stata il frutto di una convenzione firmata dai Sindacati Confederali, il cui contenuto è trattato negli Appalti Concorso 132 - 133/2000 per il “Potenziamento delle attività didattiche, divulgative, di inventariazione e catalogazione presso i Musei Civici della Città di Torino” e “Servizi di sorveglianza e manutenzione presso i Musei della Città” per il periodo 1/1/2000-31/10/2003, rinnovabile per ulteriori due anni.
Tra il 4 e il 14 aprile del 2002 è iniziato il nostro servizio presso la GAM, Palazzo Madama, Borgo Medioevale (successivamente Fondazione Torino Musei) Museo del Risorgimento e Direzione Musei, tramite le gare d’appalto sopraindicate vinte dai consorzi di cooperative ARETHUSA, ARKE’, COPAT - appalto 132/2000- e 133/2000 da BIBLIOIDEA.
A fine marzo 2005 la nascente Fondazione Torino Musei decide di stabilizzare parte del personale che operava presso le sue sedi ad eccezione di 4 persone (tutte ex LSU), di cui una attualmente in maternità, trasferite presso gli Uffici della Direzione Musei.
Quest’appalto, attraverso la determina dirigenziale N° 95 del 21/03/2005, è stato rinnovato per sei mesi (sino a settembre del 2005), poiché “le disponibilità di bilancio non consentono di provvedere al rinnovo per l’intero periodo previsto di due anni”.
Siamo in gran parte lavoratori “LSU a regime transitorio” da circa nove anni impiegati in vari Settori del Comune di Torino, e dal 2002 impiegati presso la Direzione Musei, amministrativamente dipendenti dalle cooperative ARETHUSA, ARKE’, BIBLIOIDEA, COPAT.
Ad oggi, dopo l’ennesima proroga di sei mesi di contratto, (fino a dicembre 2006) siamo spaventati e sfiduciati, anche dal lato strettamente operativo perché ci troviamo a dipendere contrattualmente dalle cooperative e funzionalmente ad essere sottoposti alle direttive dell’Ente, facendo si che venga meno la possibilità di discernere al vincolo di fedeltà (vedi Codice deontologico del dipendente comunale) mettendoci in una condizione di ulteriore disagio per mancanza di riferimenti chiari; a questo si aggiunge l’incertezza di mese in mese, della prosecuzione del lavoro venendo a sapere, magari a posteriori, che l'incarico alle ditte è stato rinnovato solo per il mese successivo.
Sosteniamo tale situazione da oltre 5 anni presso al Pubblica Amministrazione del Comune di Torino e, nonostante la nostra faticosa e paziente disponibilità a mediare politicamente e sindacalmente, ci ritroviamo a dover fare i conti con una prospettiva lavorativa sempre più incerta e dequalificante.
In data 24 marzo 2006 abbiamo richiesto un incontro con l’Assessore alle Politiche del Lavoro della Città di Torino in presenza delle rappresentanze sindacali Cigl, Cisl, Uil e Csa. Nonostante l’approvazione della mozione (num. mecc. 2005 12191/002), avente per oggetto “Stabilizzazione dei lavoratori ex LSU in possesso del requisito di transitorietà (art.12) all’interno della Fondazione Torino Musei”, promossa dai gruppi consiliari di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani e discussa in data 20 febbraio 2006, presso il Consiglio Comunale della Città di Torino, le prospettive lavorative che l’Assessore ci ha prospettato sono di un altro appalto di durata quinquennale, con applicazione del CCNL Multiservizi.
Nonostante l’esperienza lavorativa pluriennale nel settore, con relativo e conseguente consolidamento di un livello di professionalità tale da risultare utile alla stessa Amministrazione, purtroppo riscontriamo ancora uno scarso riconoscimento (professionale e contrattuale, retributivo e normativo) sia dalle rispettive ditte e/o cooperative appaltatrici e dalla stessa Amministrazione Comunale. Vogliamo segnalare anche che le mansioni da noi svolte rientrano nel mansionario di un dipendente comunale.
Considerato che il percorso fino ad oggi seguito ha fatto sì che i lavoratori identificassero la propria attività non come un trascorso di provvisorietà, ma come una carriera lavorativa consolidata e che l’impegno speso in questi anni, dovuto alle forti motivazioni dei lavoratori per la propria attività, ha impedito agli stessi di impegnarsi nella ricerca di un’esperienza professionale alternativa, non ci riteniamo soddisfatti e chiediamo un impegno preciso e concordato della Città di Torino per la risoluzione del rapporto lavorativo con le diverse cooperative e una successiva, reale, stabilizzazione all’interno dell’organico comunale anche alla luce del fatto che le cooperative attualmente titolari dei contratti di appalto non offrono un futuro occupazionale stabile e prospettive di una carriera lavorativa dignitosa, ma mostrano un atteggiamento di sostanziale sfruttamento e disinteresse verso i propri dipendenti, potendo garantire solo un futuro di precarietà.
Siamo a conoscenza che per la Città di Torino il costo di ognuno di noi è di 2.760 euro (Iva compresa) e che noi percepiamo uno stipendio che si aggira intorno alle 750/900 euro mensili, per 35 ore settimanali. Per la pubblica amministrazione le 35 ore settimanali corrispondono ad un full time, diversamente per un privato questo è equiparato ad un part-time; alcuni di noi non hanno la mutua retribuita e purtroppo si verificano spesso ritardi nei versamenti degli stipendi (addirittura di 3/4 mesi). Si evince che questo sistema non fa che ledere economicamente sia la Città di Torino, sia il lavoratore di cooperativa e che l’assunzione in organico comunale gioverebbe anche economicamente all’Amministrazione.
Invitiamo le rappresentanze politiche e sindacali a prendere seriamente in considerazione questo problema, attraverso la costituzione di un tavolo negoziale che promuova concretamente e realmente la stabilità lavorativa di tutti noi.

Torino 12/09/2006

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