dall'Unità on line
Damiano: ridurre il lavoro precario, cambiare la Biagi
Dopo la Finanziaria il Governo ha intenzione di istituire «un grande tavolo di rivisitazione delle norme del lavoro». Lo ha detto a Brescia il ministro del Lavoro Cesare Damiano in un incontro a Palazzo Loggia, sede dell'amministrazione comunale. Parlando del tavolo sul lavoro, Damiano ha spiegato: «Ci sono forme di lavoro precario che certamente non aiutano. Dobbiamo chiederci quali sono i nuovi ammortizzatori sociali. Siamo fermi a quelli degli anni Sessanta». Damiano ha precisato che il tavolo si occuperà di «rivedere anche la legge Biagi»: «la maggioranza dei lavoratori deve tornare ad essere a tempo indeterminato, mentre ora sono solo il 46%».Da rivedere anche le norme che regolano il part time e gli appalti.
Per raggiungere questo obiettivo il Governo userà in modo opportuno anche la manovra sul cuneo fiscale che sarà nella prossima Finanziaria. Ho pensato perché ci sia una scossa alla competitività a un cuneo selettivo legato al rapporto tra lavoro determinato e indeterminato. L'idea è premiare chi sceglie il lavoro indeterminato, perché un conto è la flessibilità - ha chiarito Damiano - un conto invece è l'utilizzo distorto di forme di lavoro che di fatto nascondono un rapporto subordinato. Le risorse dunque andranno a chi converte il lavoro instabile in stabile». Per vedere risultati in questa direzione il ministro ha pensato anche di intervenire con un innalzamento dei contributi agli apprendisti, ai parasubordinati e alle partite Iva, allargando i diritti di tutela per la malattia e la maternità. L'idea infatti è di avvicinare precari e dipendenti, intervenendo proprio sui contributi tra i quali si vorrebbe ridurre la differenza».
Cesare Damiano ha anche anticipato i capisaldi della Finanziaria che dovrebbe essere varata dal Consiglio dei ministri venerdì 29. «Una finanziaria molto difficile. Avrà 30 miliardi di risorse da reperire, ma io mi sono sempre battuto contro la logica dei due tempi: questa sarà una sintesi tra logiche di rigore e risorse per lo sviluppo. Come ha già sottolineato Padoa-Schioppa il passato governo ci ha lasciato un eredità pesante, una crescita zero e i conti in disordine. Dobbiamo perciò rimboccarci le maniche. Il primo punto su cui lavoriamo sarà la concertazione, da perseguire con tenacia e perseveranza».
Pubblicato il: 23.09.06
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