Due anni or sono occupammo con le nostre tende e le nostre speranze i cortili dei palazzi abbandonati dell’IPAB San Michele. Si sapeva ancora poco del grande scandalo legato a “Lady Asl” e degli 80 milioni di euro rubati dalle casse della sanità laziale grazie alla grande truffa delle cliniche fantasma.
Dopo due anni, tante manifestazioni, picchetti antisgombero, notti in bianco, abbiamo occupato quei palazzi lasciati al degrado e alle ruberie e infine strappato uno straccio di diritto ad essere riconosciuti come emergenza abitativa… e da qui ripartiamo.
Siamo emergenza abitativa, lo dice la delibera del Comune di Roma n°110 del 2005, ma cosa significa e cosa significa nella testa di chi amministra la città e le sue trasformazioni garantire il diritto alla casa?
In questo quartiere si parla di cementificare con oltre 200.000 m3 di nuova edilizia residenziale privata sull’area dell’ex Fiera di Roma in aggiunta ai centri commerciali e alberghi di lusso che già sono stati realizzati. E questo per rimanere dentro la sola Tormarancia ma se attraversiamo la Colombo scopriamo che stanno creando il Campidoglio 2 nell’area degli ex mercati generali, sedi della Terza università su tutta via Ostiense, piscine per i mondiali di nuoto del 2009 e relative foresterie su quelli che ora sono campi di calcio e strutture pubbliche per lo sport.
Un nuovo processo come quello già avvenuto nel centro storico e che ha provocato l’espulsione, tra le altre cose, dei ceti popolari verso una periferia estrema, senza servizi e senza collegamenti.
Mentre nel frattempo i grandi costruttori (quei vari Coppola, Ricucci, Caltagirone…) si arricchiscono a dismisura trasformando le case e i palazzi di questa città in quelle che sono state definite “case di carta” per il fatto di essere ormai solo un prodotto finanziario.
Questo processo è indirizzato solo dalle logiche della speculazione e per questo la popolazione ne è esclusa, tagliata fuori.
Noi invece vogliamo partecipare, vogliamo innanzitutto che venga garantito un diritto ad essere informati su quali sono i progetti che stanno per calare sulle nostre teste. In secondo luogo vogliamo delle garanzie sulla città di domani: se è vero che oggi la precarietà abitativa caratterizza larghissime fasce di popolazione, quali sono gli strumenti che domani garantiranno quel diritto all’abitare che oggi a Roma è negato? Dai mutui a tasso variabile che strozzano i bilanci di famiglie sempre più precarie, agli affitti saliti del 150% in soli 10 anni, il mercato immobiliare romano dimostra di non essere in grado di garantire una CASA PER TUTTI/E!
I movimenti di lotta per la casa portano avanti da anni la battaglia per un rilancio dell’edilizia residenziale pubblica (E.R.P.) dal punto di vista degli investimenti e della qualità della vita.
Tra le proposte che le lotte hanno prodotto c’è quella dell’autorecupero, da anni divenuta legge regionale, che nasce dalla necessità di partire dai territori e valorizzare i beni immobiliari pubblici in esso presenti, abbandonati al degrado, che vengono ristrutturati e trasformati in case per chi non trova, e non può trovare, nel mercato dei mutui e degli affitti la soluzione.
Per questo invitiamo tutta la popolazione di quartiere a partecipare alla
ASSEMBLEA PUBBLICA
Venerdì 26 ottobre
Ore 17.30
presso l’occupazione abitativa di via del Casale de Merode, 6A
Parteciperanno:
Andrea Catarci Presidente XI Municipio
Gianluca Peciola Assessore alle Politiche Abitative, XI Municipio
Dante Pomponi Assessore per le Politiche per le Periferie ed il Lavoro del Comune di Roma
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