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6.11.07

4 Novembre. Iniziate presso la sede Ikea Anagnina le riprese del Film documentario

"La Scommessa dei Bamboccioni: esci di casa se ci riesci":
spronati dalle dichiarazioni del ministro Padoa Schioppa alcuni bamboccioni si sono messi insieme per andare via di casa.

Una produzione Vida Loca.

La prima scommessa non ha avuto successo.
Ma i bamboccioni non si sono certo afflitti e non si fermeranno finchè non riusciranno ad andare via di casa Le proveranno tutte.
Partecipa alla sfida o seguila sul sito.
Intanto per far sentire la loro voce parteciperanno allo sciopero generalizzato del 9 Novembre. Appuntamento dunque venerdi 9 Novembre alle ore 10 alla facoltà di lettere di Roma Tre.
Se Roma è precaria...vivi la Vida Loca!
www.romaprecaria.org
FOTO

26.2.07

Minacce ai lavoratori portuali di Genova protagonisti del film "De Mä"

di Mauro De Clemente
foto Pietro Orsatti
26/02/2007

"Un film non vale un posto di lavoro", con queste parole il regista Pietro Orsatti ha motivato la decisione di bloccare temporaneamente la presentazione del suo film-documentario De Mä, trasformazione o declino. Film-documentario sulla realtà del porto di Genova. Un anno di lavoro per costruire e intessere due linee narrative distinte e complementari: da un lato "le lotte, la fatica, i sogni, le aspettative" delle diverse generazioni di lavoratori portuali, vicende umane di nonni, padri e figli attraverso le loro dirette testimonianze; dall'altro una rigorosa inchiesta "sulla trasformazione della nostra società attraverso lo sguardo di una città simbolo", quale Genova, "centrale per la sua vocazione mercantile e produttiva". Un film scomodo per la realtà emersa. "Non solo la stagione eroica dei camalli genovesi è tramontata", quel tempo in cui gli scaricatori di navi del porto di Genova appartenevano alla potente corporazione della Compagnia dei Caravana e si parlava di "aristocrazia operaia", ma, come sottolinea il regista Orsatti, negli ultimi dieci anni nel capoluogo ligure si è formato anche "un intreccio pericoloso di precarietà, di discriminazioni, di degenerazioni politiche ed economiche e di mancanza di sicurezza sul lavoro".

I dati sulla difficile situazione lavorativa nel porto di Genova sono inconfutabili: 24 morti negli ultimi cinque anni e centinaia di incidenti ogni anno per i circa mille lavoratori della Compagnia Unica. Questi dati confermati e rafforzati dalle immagini e dalle testimonianze raccolte da Orsatti hanno scatenato numerose intimidazioni, indirizzate soprattutto verso i lavoratori più giovani e meno tutelati che con coraggio hanno parlato delle drammatiche condizioni in cui lavorano. E' il caso, ad esempio, di Franza, ultimo di tre generazioni di lavoratori nel porto di Genova e destinatario della scritta minatoria "Franza infame". "La cosa più grave", spiega il regista Orsatti, "è che queste minacce sono state fatte sul posto di lavoro da altri lavoratori e che le scritte sono comparse proprio nei locali della Compagnia Unica". "Addirittura una", continua il regista "è stata posta nello spazio della bacheca ufficiale alla Chiamata, praticamente nel luogo più conosciuto e frequentato di questa sorta di tempio della classe operaia genovese".

"Bruno Rossi, okkio al kranio", questa la seconda minaccia, scritta su un pilastro dei locali della Compagnia Unica. Anche Rossi, come Franza, è tra i protagonisti del film-documentario De Mä, trasformazione o declino. Bruno Rossi non è però un giovane lavoratore, ma un ex-lavoratore e "un sindacalista di lungo corso" che ha vissuto in prima linea le lotte degli anni Ottanta e Novanta per la tutela dell'occupazione contro la deregolamentazione totale e il liberismo selvaggio voluto dalla classe padronale. Franza e Rossi, nonostante le intimidazioni, hanno deciso di non tirarsi indietro. "Anzi", afferma Orsatti, "le minacce che stanno ricevendo, anche se gravissime, hanno rafforzato la loro convinzione di aver fatto la cosa giusta". Al contrario, su alcuni "lavoratori precari e non politicizzati", in maniera comprensibile, le pressioni e le minacce hanno avuto gioco facile, tanto ritirare la loro autorizzazione a comparire nel montaggio conclusivo del documentario. Questo il motivo che ha rallentato la lavorazione del film, ma Orsatti si è comunque dimostrato deciso a non abbandonare il progetto e, soprattutto, a non rimandarne la presentazione ufficiale prevista per il 16 marzo a Genova. "Se non riusciremo, visti i tempi ristretti, a presentare il nuovo montaggio", ha infatti affermato il regista, "proietteremo comunque le parti più significative". Con la speranza che le immagini di De Mä, trasformazione o declino diano parola a chi non ha parola e a chi non ha avuto modo di esprimerla.

Per saperne di più:
Sito del film De Mä, trasformazione o declino

16.2.07

Prato. Il Vangelo secondo San Precario al Terminale

di pratoblog
lunedì 05 febbraio 2007

Un tema scottante e attualissimo, che purtroppo finisce per riguardare tutti i giovani, nessuno escluso: stiamo parlando della precarietà, della difficiltà di trovare un lavoro stabile e soddisfacente. E' nell'ambito del progetto "Cinema di frontiera", voluto dalla Fondazione Michelucci e dall'Arci di Prato, che questa sera alle ore 21, al cinema Terminale si terrà la proiezione del film Il Vangelo secondo precario. Un film del 2005 diretto dal regista Stefano Obino, dalla trama esilarante. Infatti si tratta di un intreccio di quattro storie di ordinaria flessibilità: Dora è una stagista televisiva a cui vengono rubate le idee, Franco è un aspirante scrittore che per vivere fa l'agente finanziario, Mario è un avvocato che aspetta di poter diventare socio di uno studio legale e Marta fa indagini per conto dell'Istat. Su tutti vigila San Precario, un pugile morto per sbaglio delegato all'archiviazione delle preghiere dei precari.

Lavoro precario e ipotesi di resistenza

GROTTAMMARE - Nuovo appuntamento con la rassegna "Immaginazioni al potere"

Venerdì 9 febbraio 2007 nella Sala Kursaal di Grottammare, con inizio alle ore 21.30, nell'ambito della rassegna "Immaginazioni al Potere" si terrà la presentazione del libro Le risorse Umane, (ed. Feltrinelli) di Angelo Ferracuti. Intervengono: l’autore, Enrico Piergallini e Tommaso La Selva
Il vangelo secondo Precario – Storie di ordinaria flessibilità di Stefano Obino (Italia 2005, col, 97’). Film prodotto dal basso, con sottoscrizioni di dieci euro raccolte su internet che danno diritto a una copia del dvd e al proprio nome nei titoli di coda, Il Vangelo secondo Precario narra quattro storie di ordinaria flessibilità: Dora è una stagista televisiva a cui vengono rubate le idee, Franco è un'aspirante scrittore che per vivere fa l'agente finanziario, Mario è un avvocato che aspetta di poter diventare socio di uno studio legale e Marta fa indagini per conto dell'Istat. Su tutti vigila San Precario, un pugile morto per sbaglio, delegato all'archiviazione delle preghiere dei precari.

Il libro
“Può sembrare temerario parlare di lavoro nell’epoca della fine del lavoro e del precariato diffuso, dove quello a tempo indeterminato è una bestemmia dell’epoca. Cancellato dai media, trattato con fastidio e colpevole spirito servile da giornalisti e opinionisti, è il tema più rimosso di questi anni.
Io sono solo un narratore, uno che può prestare i sensi (parole, sguardi) e che vuole capire. Un non esperto che ha attraversato l’Italia cercando di catturare percezioni di prima mano, scansando la cronaca e cercando le storie, l’epica, con uno sguardo aperto e meravigliato in una geografia che tiene conto anche di un retroterra di memoria, soprattutto letteraria, di riferimento.

Le storie che ho raccontato sono solo una campionatura di un grande libro ‘in fieri’, di lavori e mestieri, antichi o nostri contemporanei, nel qual riportare al centro la persona, le sue rabbie, le aspettative deluse, i desideri e i sogni. In questo libro si parla dei morti di amianto nei cantieri navali di Monfalcone, dell’ultimo e autobiografico giro per le campagne di un portalettere marchigiano, di un manager milanese malato di cancro, un attore precario bolognese, o dell’eroicomica avventura di un violinista colpito da mobbing in orchestra; e poi di un maestro nichilista dell’Irpinia più inaccessibile e chiusa, un operaio metallurgico che vive da cinquant’anni a Oslo e scrive poesie, una comunità di ragazzi down nella città di Leopardi, il dopolavoro degli operai calzaturieri pakistani, di quelli cinesi e invisibili di Prato. Il cerchio si chiude con un viaggio in tir fatto con un camionista siciliano che attraversa gli asfalti italiani e racconta. Queste sono ‘le risorse umane’ che mi interessano. Gli uomini, le persone, che messe insieme forse possono costituire anche una speranza se un minimo riuscissero ad avere coscienza di se stesse in un mondo che le vuole cancellare.”

AUTORE
Angelo Ferracuti (Fermo 1960), ha pubblicato la raccolta di racconti Norvegia (Transeuropa 1993); i romanzi Nafta (Transeuropa 1997 e Guanda 2000); Attenti al cane (Guanda 1999); Un poco di buono (Rizzoli 2002); la raccolta di testi teatrali Non avere paura del buio (Editoria & Spettacolo 2004). Collabora con “diario della settimana”, “Gente Viaggi” e “Nuovi Argomenti”.


lunedì 05 febbraio 2007, ore 09:17