Generazione di “milleuristi” (quando va bene): sopravvivere con ironia
Le nuove generazioni lottano quotidianamente contro la trasformazione della flessibilità in precariato. Un blog nato on line si trasforma in un libro che dà voce a tutti i “milleuristi”
Il termine reality è oramai entrato di diritto nel vocabolario personale di ognuno di noi, relazionato facilmente al termine show, in un connubio che porta al Grande Fratello, a La Fattoria, ecc. e se si parlasse anche di reality book? E se si collegasse questo concetto all’enorme potenzialità distributiva e conoscitiva di Internet?
Detto, fatto: ecco Generazione 1000 www.generazione1000.com (o “G1000”, Milleuristi), un portale nato nel dicembre del 2005 da un inchiesta del giornale spagnolo “El Pais” che titolava “La Generación de los Mil Euros”, prontamente parafrasabile in italiano: quelli che vivono con 1000 euro al mese.
Il sito è infatti la raccolta di storie della generazione dei 1000, che anche se uguale nel nome è mestamente ben lontana da quella di garibaldina memoria. È il sito dei ragazzi come Claudio, meno che trentenne, laureato, lavoratore a Milano, convivente con una ragazza e due ragazzi per motivi economici, che si sente tanto “una gallina” (l’onomatopeico co.co.co. o co.co.pro); è la generazione di quelli che, nonostante lo stipendio a 1000, l’assenza di ferie, tredicesima ecc. riesce a godersi la vita, a sorridere in faccia a questa flessibilità che si traduce spesso, e soprattutto in Italia, con precariato (quando invece i due termini dovrebbero essere il più lontano possibile).
Il punto centrale è: vedere i limiti non come delle colonne d’Ercole, inviolabili e insuperabili, ostacolo della conoscenza, ma come uno “stimolo a reagire e a trovare ogni giorno nuove prospettive”. Certamente non facile, ma non per questo irrealizzabile.
Si diceva della data di nascita, dicembre 2005: da quel giorno ad oggi, secondo una stima dello stesso sito, sono stati effettuati quasi 24mila download del libro “under construction”. Ora l’obiettivo si sposta anche verso le librerie, per maggio, per andare a “colpire” anche la fasce di popolazione disinteressate – o semplicemente disattente – a internet.
IL LIBRO.
Parlando del libro: i protagonisti principali sono quattro: Claudio, Rossella, Alessio e Matteo, che continuano a raccontare la loro storia all’interno del blog www.generazione1000.blogspot.com dove si possono trovare anche i “profili” personali di ognuno di loro e ampi riferimenti ai post passati, per conoscerli meglio e dare una consequenzialità al tutto. Il blog è praticamente aggiornato se non ogni giorno, quasi, e propone le esperienze quotidiane di caos e incertezza lavorativa dei ragazzi del progetto G1000: del tre aprile è ad esempio “Ho chiamato per dire che non avrei accettato il lavoro e sai cosa mi han risposto? “Si scordi di avere ancora a che fare con noi!”. E mi hanno riattaccato.” Alzi la mano chi, nel mondo della flessibilità trasformata in precariato, non ha sentito una frase del genere dall’agenzia o dal padrone di turno; ovvio che anche le situazione strettamente personali (come l’intreccio amoroso con una ragazza) entrano di diritto nello sviluppo del blog:” Mi ha mandato un sms, come al solito detta le regole della nostra ‘non storia’. Ormai sono anni che andiamo avanti a far finta di stare insieme, senza però mai capirci fino in fondo e vivendo su due lunghezze d'onda (e in due mondi) differenti.” Questo perché oltre al gusto squisitamente narrativo di far prendere atto della propria vita sentimentale, è ottimo per far vedere come anche - se non soprattutto - la vita privata viene sventrata da situazioni lavorative come queste (“E chi glielo dice che vado per 6 mesi a Barcellona”; “io i soldi per portarla a cena in un ‘posticino romantico e chiccoso’ […] non li hoooooo!!!”); anche qui, alzi la mano chi non si è sentito affranto aprendo il portafoglio e trovandolo miseramente vuoto, ha rinunciato alla cenetta a lume di candela optando per un kebàb o una pizza al taglio. Essere milleurista è anche, se non soprattutto, questo.
La vita del G1000 è anche una scelta continua:” Oggi vige la seconda (fortunata) ipotesi: mi hanno chiamato dalla casa editrice e dall'agenzia interinale. Ma che è, si mettono d'accordo che ti fanno ste telefonate a 3 minuti di distanza l'uno dall'altro?”. Che fare? Dire no all’interinale spesso può equivalere ad essere bollati e scartati a vita dalle agenzie, dire di no ad un lavoro che ti chiama direttamente, sarebbe come mettersi un marchio di fuoco sul petto con su scritto “non chiamatemi più”.
La forza di questi blog è l’enorme concretezza dei contenuti e l’impatto che hanno sull’esperienza quotidiana di ognuno di noi. Leggerli è come sentirsi a casa, come quando si rientra nel proprio appartamentino in affitto e ci si sfoga con i coinquilini, universitari, precari o semplici amici di disgrazie, che ascoltano la nostra esperienza quotidiana e poi fanno altrettanto con la loro. La rete è bella anche per questo, perché permette questa condivisione di esperienze che tutti possiamo leggere, conservare e poi riprodurre, facendo tesoro di ogni piccola notizia come se fosse la strada che ci indica la via per la salvezza.
IL FORUM
Il punto più interessante del tutto è forse il forum dove ognuno può esporre la propria situazione, senza piangersi addosso ma con intenti propositivi e di consiglio (una economia domestica dei 1000 euro al mese, una sorta di consigli per la sopravvivenza metropolitana): è qui che si trovano interessanti prese di posizione personale, come Fata Isaelda che (si) pone la domanda: “e se non sono mille gli euro, ma solo cinquecento?” Provocando una serie di risposte che vanno dalla semplice comprensione (“Ti capisco perfettamente! E' un'altra di quelle cose che sto aspettando che "chi di dovere" dimostri di voler risolvere” scrive Info@G1000) alla sollevazione di problematiche più complesse, come il ruolo degli stagisti, il loro compenso, lo status, ecc. Le tematiche possono anche essere più semplici o utilitaristiche, come le piccole scappatoie di spesa: come telefonare gratis o quale collegamento internet utilizzare per
sommare economia e velocità di servizio.
Molto interessante la sezione estero, simpaticamente chiamata “voglio andare a vivere in campagna” (parafrasando il caro Toto Cutugno) dove si parla delle voglie – o anche dei progetti realizzati – di fuga dalla propria situazione, e più in generale dall’Italia.
Più di un utente del forum ha scritto “io me ne sono andato, non sono più un milleurista”, suscitando il “beato te” (come gli scrive caleidoscopio05), rassegnazione (“anch’io non torno più” di Lucisant) o anche risposte particolari, come quella del cinquantenne Carletto che scrive:” vi starete chiedendo cosa centro io con voi. […] Ma se vi racconto che nel corso della mia vita mi sono poi imbattuto in una cittadina svedese con la quale sono felicemente sposato e con la quale ho avuto due figlie […] incominciate a capire che forse ci accomuna il desiderio di emigrare. Da circa 20 anni, ogni anno trascorro le mie vacanze in Svezia nella città di Stoccolma. Conosco a questo punto bene quella Società, tanto che ormai prossimo alla pensione ho deciso di trasferirmi in Svezia.
Tutto lì come potete immaginare e' estremamente più facile sia per i genitori che per i figli. Non vi nego che questa decisione è molto condizionata dal futuro delle mie figlie.
Oggi vivo negli Stati Uniti per un contratto temporaneo di lavoro, ma vi confesso che questa Società mi ha profondamente deluso. Ho letto che qualcuno sente il bisogno di competizione. Qui negli Usa la competizione supera ogni limite. La sanità per esempio e' garantita solo ai più ricchi. Se stai male e non hai una assicurazione adeguata non hai scampo, […] milioni di Americani non hanno l'assicurazione sanitaria e lo Stato non garantisce. Questa situazione e assolutamente vergognosa. L'Europa e' assolutamente più civile da questo”, riportando così a suo modo l’attenzione anche sui pochi punti positivi del nostro sistema, ma che allo stesso tempo non devono assolutamente fare da placebo, coprendo o banalizzando i veri mali.
Da sottolineare anche la rubrica “quello che penso”, dove gli utenti del forum vengono stimolati all’argomento della settimana: ovviamente in questa non poteva mancare un riferimento alla rivolta di studenti e precari francesi, certamente colleghi milleuristi. Il sondaggio proposto vede in vantaggio, tra i commenti prestilati tra i quali scegliere, “è auspicabile anche in Italia”, con quasi il 40%. “la Francia è sempre la Francia” commenta “8”, come per sintetizzare che nel nostro paese anche per molto di più, di solito si tende a tacere, e scendere in piazza per motivi legati al lavoro “fa molto sessantotto”, una data che per un motivo o per un altro l’Italia tende a dimenticare o ad esaltare solo con slogan.
In definitiva, questo progetto rappresenta davvero una sintesi dell’enorme valore che assume la rete se ben sfruttata e se “sottomessa” a nobili fini: abbiamo trasmissione di saperi, di conoscenze ed esperienze, spazi di confronto e dibattito; abbiamo spazi ad personam, per sfogarsi o chiedere semplicemente pareri, abbiamo soluzioni a portata di mano, abbiamo soprattutto un progetto, un modo concreto di produrre: 24mila download non sono pochi, anzi, e il traguardo della libreria dà un senso di produzione e concretezza che può solo far stare meglio la generazione dei milleuristi, dando loro uno stimolo – questa volta positivo – per la loro quotidiana battaglia per il sorriso e la gioia di vivere, nonostante tutto.
Ernesto Valerio 05/04/2006 9.21
Categorie: 100_euro generazione libro el_pais spagna milano blog
1 commento:
ciao! ho letto ke vivi negli states e volevo sapere kome ti trovi cioe a grandi linee vantaggi e svantaggi di viver li ! grazie
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